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Carlotta Tognin Vicepresidente dell’associazione Insieme SopraTUTTO

Carlotta illustra in un video quali saranno le nostre prossime attività e i nostri obiettivi che desideriamo portare avanti con l’associazione oggi e in futuro. Inoltre in occasione della ricorrenza del 14 febbraio di San Valentino, illustra l’articolo pubblicato qui nel sito, in questo spazio riguardante il cuore, illustrato e figurato secondo la storia dell’arte antica e moderna. Buona visione!

La nostra Presidente Beatrice Perazzolo rilascia un file audio dove dichiara le nostre prossime attività.

14 febbraio 2023

Un regalo non convenzionale per il 14 febbraio. Sì perché oggi  è la giornata del cuore, ma non solo quello degli innamorati con la festa di San Valentino, oggi ricordiamo soprattutto il cuore dei bambini.

In occasione della giornata mondiale delle cardiopatie congenite, l’associazione Insieme SopraTUTTO ha deciso di regalare a tutti coloro che seguono e sostengono questo  progetto, un approfondimento di carattere storico artistico dedicato alla rappresentazione del cuore nell’arte nella sua dualità di organo muscolare e luogo degli affetti e delle emozioni.

Visto però che oggi si ricordano in particolar modo i cuori dei più piccoli, abbiamo pensato anche a loro realizzando un breve tutorial da fare con l’aiuto di  tutta la  famiglia. Un momento divertente per giocare ma anche per riflettere e confrontarsi su cicatrici ed emozioni che non devono essere nascoste.

Buona lettura e buon divertimento!

Il vicepresidente. Tognin Carlotta

IL CUORE: MUSCOLO E DIMORA DEI SENTIMENTI.

Tutto comincia con il primo battito e tutto finisce con l’ultimo, ma quando l’uomo descrisse e rappresentò per la prima volta il cuore inteso come vero e proprio muscolo cardiaco?

Il medico e filosofo greco Galeno di Pergamo, nel secondo secolo dopo Cristo, affermò che il cuore aveva la forma di una pigna o una foglia a testa in giù, simile alla raffigurazione dell’edera nell’antica Grecia.

Questa sua visione si fece strada per tutto il medioevo tra le tavole anatomiche dei monaci fino ad arrivare nelle opere d’arte religiosa.

Immagine 1: Giotto, Caritas, 1306 c.a. affresco presso la Cappella degli Scrovegni, Padova.

Un cuore a forma di pigna spicca infatti nella mano sinistra della “Caritas” (immagine 1)  dipinta da Giotto, nel 1305 all’interno della Cappella degli Scrovegni a Padova. Il dipinto che si inscrive in un ciclo di affreschi dedicati ali Vizi e alle Virtù facenti parte  delle Storie della salvezza, rappresenta una figura femminile con il capo aureolato coronato di fiori; lo sguardo è rivolto a Gesù a cui con una mano offre il cuore, quel cuore che “piace nel segreto dono a Cristo” , mentre con l’altra mano mostra al prossimo un cesto pieno di fiori, frutta e spighe. Sotto i suoi piedi i sacchetti pieni di denaro: donare al prossimo e calpestare gli idoli dell’avere questa è la Carità.

Ma è con Leonardo da Vinci, in cui arte e scienza sono intimamente legate, che si registra un decisivo cambio di cultura.

Immagine 2: Leonardo da Vinci, disegni anatomici del cuore e dei vasi, 1513c.a. penna e china seppia, Castello di Windsor, Royal Library.

Lui fu il primo a raffigurare il cuore (immagine 2)  e a individuarne anatomia e movimenti, aprendo la strada ad Andrea Vesalio medico fiammingo che, fu autorizzato a dissezionare cadaveri all’Università di Padova, grazie a un giudice che gli fornì i cadaveri dei criminali giustiziati, e nel suo libro “De humani corporis fabrica”, corresse alcuni errori commessi da Galeno che erano stati ciecamente ripetuti dai medici delle generazioni successive.

Tuttavia Leonardo era ancora molto lontano da concetti corretti sul funzionamento del cuore e soprattutto sul legame fisiologico tra sangue circolante e lavoro cardiaco. Secondo le sue teorie infatti  il cuore era uno scambiatore di calore del corpo mentre il flusso sanguineo ero spinto per capillarità.La prima corretta descrizione della circolazione e della funzione del cuore come pompa fu dimostrata con il lavoro di William Harvey tra il XVI e il XVII secolo,  che spiegò il moto del sangue.

Ma ritornando al nostro sintetico escurs storico sulla rappresentazione anatomica del cuore, se questa viene sempre più soppiantata da immagini di un cuore stilizzato che potremmo definire “dei sentimenti” , ne restano altre molto significative tra cui spicca “Ghismunda con il cuore di Guiscardo” (immagine 3) di Bernardino Mei.

Immagine 3: Bernardino Mei, Ghismunda, 1650-1659, olio su tela, Pinacoteca Nazionale di Siena.
 

La tela datata intorno a1650-1659, narra una storia tratta dalla prima novella della quarta giornata del Decameron di Giovani Boccaccio e non ci sono dubbi che a dover essere rappresentato in questo caso sia un cuore vero! Tancredi principe di Salerno dopo la morte del marito della sua amatissima figlia Ghismunda, decide di darla nuovamente in sposa al suo valletto Guiscardo. Ma l’amore consumato di nascosto tra i due, finisce per adirare Tancredi che ordina di uccidere Guiscardo e portare alla figlia il cuore dell’amato obbligandola a mangiarlo. Ghismonda, però, che aveva già capito come sarebbero andate le cose, versò una fiala di veleno sul cuore di Guiscardo e bevendo da lì morì anche lei.

Sono gli anni dell’amore cortese, dell’amor giovane tanto amato dal Boccaccio, ma a prevalere in questa tela rimane la crudeltà di quel cuore che sembra ancora pulsante per il suo colore rosso vivo.

Immagine 4: René Magritte, Le Sac à malice, 1959, disegno preparatorio e dipinto
Immagine 5: Salvador Dalì, Il sacro cuore di Gesù, 1962, Spagna

Di matrice surrealista sono infine i quadri risalenti circa alla metà del  XX secolo opera di Magritte Le Sac à malice (immagine 4) e  di Salvador Dalì che con Il sacro cuore di Gesù (immagine 5) si aggancia alla più classica iconografia del “sacro cuore di Gesù” conosciuta da secoli, ma qui rivisitata attraverso grandi virtuosismi illusionistici. Lo squarcio nel petto del Cristo conduce il nostro sguardo in un nuovo spazio all’interno della quale si cela un cuore vero, che anche se approssimato anatomicamente, risulta ben differente da cuori stilizzati dell’iconografia classica cristiana.

Il simbolo del cuore, con i suoi due smerli in cima e il punto a forma di V in basso, è uno degli emblemi più familiari al mondo. Oggi lo si trova ovunque, sui gioielli, sulle cartoline e nella pubblicità, lo sanno disegnare grandi e piccini.

Nell’Orestiade di Eschilo si legge: “Molti pensieri angosciosi trafiggono i fegati“. Sì,non è un errore: si parla di fegati e non di cuori come oggi noi siamo abituati ad immaginare!

Il fegato anticamente infatti faceva le veci del cuore in quanto identificato con l’organo più grande del corpo umano e  ci riporta ad un mondo arcaico in cui il centro dei sentimenti era identificato con un organo che oggi si affianca eventualmente a sentimenti di rabbia.

L’identificazione del mondo dell’intelletto, degli affetti e delle emozioni con il cuore, avviene con la Bibbia: nelle traduzioni neotestamentarie in greco il termine kardía sostituisce così l’antico épar (fegato) dando luogo a una geografia anatomica del sentimento che ha assunto un sapore universale.

Paola Mola, ne adombra addirittura un’origine insospettabile, che risale agli antichi riti bacchici: in  diverse figurazioni di soggetto dionisiaco compare infatti lo stesso segno simmetrico e bilobato che corrisponde oggi al cuore-amore dei fidanzati: esso deriverebbe dalla foglia cordiforme appunto dell’edera selvatica. Quest’ultima infatti non è solo rappresentata su coppe e crateri in tralci, ma anche come segno indipendente, dal valore squisitamente decorativo.

Questa figurazione si travaserà dall’arte greca classica in quella bizantina, e quindi nel mondo cristiano.

Non è chiaro come siano avvenute la sua riscoperta e la confusione che avrebbe portato all’identificazione di questo segno astratto con l’immagine simbolica del cuore-amore la cui comparsa e la cui prima diffusione di una certa consistenza sono però coeve a quelle del cuore di Cristo o della Vergine nell’iconografia cristiana (immagine 6)

Immagine 6: Eugène Delacroix, bozzetto per la Vegine del Sacro Cuore, 1821

A questo proposito va indubbiamente menzionato il contributo delle visioni seicentesche di Santa Margherita María Alacoque, in cui il Sacro Cuore di Gesù le apparve sanguinante e sormontato da una croce. Era l’amore disprezzato e ferito che cerca amore e riparazione, un’iconografia che troverà grandissima diffusione nei secoli avvenire.

Facendo però un salto indietro e parlando di cuore amoroso, le  prime illustrazioni vennero create intorno al 1250 in un’allegoria francese chiamata “Il romanzo della pera” (immagine 7) e raffiguravano un cuore simile ad una pera che una donna condivide con il suo amato, dopo averla sbucciata con i denti.

Immagine 7: manoscritto minato, 1250 c.a
 

Da quel momento in poi, il cuore stilizzato diventa onnipresente, non solo sulle pagine dei manoscritti ma anche su oggetti di lusso come spille, ciondoli, anelli e arazzi. Sebbene alcuni pionieri della medicina iniziarono a osservare direttamente la vera forma sgraziata del cuore umano, così diverso e lontano dal simbolo popolare, artisti e artigiani rimasero fedeli alla forma simmetrica e smerlata.

Immagine 8: anonimo pittore renano, Malia d’amore, 1480c.a.
 

Proseguendo in questa direzione, troviamo una rara opera di uno sconosciuto pittore renano dell’ottavo decennio del Quattrocento, dal titolo Malia d’amore  (immagine 8). Il cuore è presentato in un cofanetto: come un oggetto suscettibile di essere donato, rubato o conservato come pegno. La donna nuda che campeggia al centro della tavola infiamma il cuore facendogli cadere sopra le scintille di un acciarino, ma sembra poi alleviarne il dolore con gocce d’acqua strizzate da una spugna. Forse è la rappresentazione delle speranze di un innamorato che spera di veder lenito il dolore del suo cuore ardente. Il cuore in questione però non ha la bidimensionalità delle foglie d’edera: è grande, rosso, gonfio, tanto che c’è chi l’ha interpretato come un modellino in cera preparato per una fattura amorosa!

Nel corso dei secoli, l’emblema del cuore ha assunto nuovi significati e funzioni.

Immagine 9: sigillo di Martin Lutero

Sopravvisse alla Riforma, che mise da parte l’ iconografia tradizionale cattolica, quando Martin Lutero costruì il suo sigillo personale (Immagine 9) da un cuore rosso posto all’interno di una rosa bianca, con al centro una croce nera e al quale diede questo significato: «Prima dev’esserci una croce: nera nel cuore, che ha il suo colore naturale, affinché io mi ricordi che la fede nel Crocifisso ci rende beati. Poiché il giusto vivrà per fede, per la fede nel Crocifisso. Ma il cuore deve trovarsi al centro di una rosa bianca, per indicare che la fede dà gioia, consolazione e pace; perciò la rosa dev’essere bianca e non rossa, perché il bianco è il colore degli spiriti e di tutti gli angeli. La rosa è in campo celeste, che sta per la gioia futura. Il campo è circondato da un anello d’oro, per indicare che tale beatitudine in cielo è eterna e che non ha fine e che è anche più eccellente di tutte le gioie e i beni, così come l’oro è il minerale più pregiato, nobile ed eccellente.»

Infine, in questa ultima parte dell’articolo, vale la pena menzionare  due opere contemporanee che, anche se con stile e intenti differenti, hanno sintetizzato al massimo l’iconografia del cuore, svuotandolo di sentimenti complessi.

Nel 1936 Marcel Duchamp, considerato uno dei pionieri dell’arte concettuale ed esponente di spicco del dadaismo, crea   “Cœurs volants” (immagine 10).

Immagine 10: Marcel Duchamp, Cœurs volants, 1936
 

La  grafica semplice ed elementare è composta con cartoncini colorati e sovrapposti, con la stessa forma ma di misure differenti. I cuori sono rossi e blu, di dimensioni scalari e svolazzanti perché semplicemente appoggiati l’uno sull’altro. L’effetto ottico, molto meno evidente rispetto al resto della produzione duchampiana di op art, risiede quindi nella giustapposizione di fogli sciolti a simulare un leggero movimento. L’illusione del volo allude infine alla pulsazione cardiaca e quindi al desiderio amoroso

Quarant’anni dopo , precisamente nel 1977, l’icona del cuore si trasforma in parola, addirittura in un verbo: amore! Si tratta  persino un verbo, con il famoso e infinitamente riproposto logo “I love NY” di Milton Glaser (immagine 8).

Immagine 9: Milton Glaser, logo “I love NY” di, 1977

Oggi, il cuore stilizzato che simboleggia l’amore regna sovrano in tutto il mondo ed è diventato  il simbolo universale dell’amore.


14 Febbraio 2023

Si dice che una mano chiusa su se stessa a pugno rappresenti la grandezza del nostro cuore…

Ti sei mai fermato ad osservare i pugnetti chiusi di un neonato?

Pensa a quali meraviglie compie oggi la cardiochirurgia per lavorare anche su quei minuscoli cuori appena venuti al mondo!


Che tu sia piccolo o grande oggi vogliamo regalarti un progetto per festeggiare insieme questo 14 febbraio!

La storia ci insegna come il cuore è stato rappresentato ampiamente sia come muscolo cardiaco che nella sua versione stilizzata di cuore come tutti noi siamo abituati a disegnarlo fin da piccoli.

Oggi deciderai tu che forma dare al tuo cuore: pugno chiuso per il cuore muscolo, mani aperte e incrociate per il cuore stilizzato!


Materiale

Fogli bianchi e colarti; forbice; penne colorate; tempere; un piatto di carta; matita; colla; fogli di giornale o rivista.


Procedimento

  • Decidi quale forma dare al tuo cuore e successivamente intingi la mano o le mani nella tempera precedente versata su un piattino di carta. Non aver paura di sporcarti, ma soprattutto esagera con la quantità di tempera: più ne avrai sulle mani, più definita sarà l’impronta che lascerai sul foglio!
  • Posiziona le impronte sul foglio avendo cura di fare pressione sul supporto da imprimere.
    Ora traccia i contorni del tuo cuore e divertiti a decorarlo con dettagli , frasi o parole che ti sono particolarmente care.
  • Ritaglia ancora una volta il nuovo profilo del tuo lavoro e incollalo su un cartoncino più rigido.
  • Se ti piace puoi realizzare anche un collage di parole, scegliendo le tue preferite da giornali e riviste.

Puoi decidere anche di far diventare questo momento una tradizione da fare ogni 14 febbraio. Sarà bello collezionare i tuoi cuori e mettere insieme tutte le emozioni vissute e ripensare ai piccoli grandi passi che sei riuscito a fare.

Buon 14 febbraio, buona vita e buon cuore!